Partiamo insieme alla scoperta della bevanda più amata del mondo, in un viaggio dalle sue origini fino ai giorni nostri per conoscere fino in fondo la Birra e la sua storia.
Le origini
La storia della birra ha inizio circa 7000 anni fa, quando i popoli primitivi abbandonarono la vita nomade e decisero di radicarsi su un territorio specifico dedicandosi all’allevamento e alla coltivazione della terra e dunque dei cereali.
La leggenda narra che la nascita della birra sia stata in realtà una pura casualità: del pane umido, dimenticato in un angolo, ha fermentato per giorni richiamando l’attenzione degli abitanti del villaggio che ne hanno apprezzato l’odore inebriante ed alcolico tanto da spingerli a replicare il processo fino a ricavarne un prodotto liquido destinato ad essere bevuto.
La nascita in Asia e Medio Oriente
La prima prova scientifica della produzione di birra risale all’incirca a 5000 anni fa, e proviene dall’Asia, grazie ad alcuni reperti riconducibili alla cultura Sumera. Cinquecento anni dopo, nella fascia di territorio compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, una tavoletta Assira nomina esplicitamente la birra e cita addirittura il mestiere di mastro birraio.
Una delle prime testimonianze certe dell’esistenza della birra è conservata all’interno del museo del Louvre di Parigi. Una stele d’argilla, chiamata Monumento Blu e risalente alle origini della dinastia sumera, racconta nel dettaglio l’offerta dei doni agli Dei, tra i quali spicca un calice di birra.
È così che possiamo ricondurre l’origine della bevanda alle prime civiltà dei paesi asiatici, dove le tribù primitive hanno stabilizzato i propri insediamenti ed hanno dato il via alla coltivazione dell’orzo e del frumento, ingredienti base per la produzione di birra.
Sin dalla sua origine la birra non veniva filtrata ed aveva un colore torbido: data la sua consistenza densa veniva degustata attraverso una cannuccia, ed era considerata un prodotto prezioso e veniva utilizzata anche come salario per gli operai dell’epoca. La birra aveva anche un significato religioso, infatti, era bevuta durante i funerali per celebrare le virtù del defunto e veniva offerta alla divinità per garantirgli un tranquillo riposo.
Successivamente, la diffusione della birra attraversò il Medio Oriente. Da alcune antiche iscrizioni si evince la ricetta araba: la materia prima era costituita da pani d’orzo germinati e cotti, che fornivano il malto. Quest’ultimo, sbriciolato ed aggiunto di acqua, dava vita ad una fermentazione alcolica spontanea, trasformandosi in birra. Già in quel periodo esistevano diverse tipologie di birre: birre scure, chiare, rosse, forti, dolci e aromatiche.
L’epoca egizia
In epoca egizia la birra diventa il vero e proprio “Nettare degli Dei”, poichè considerata bevanda pregiata e dotata di poteri magici.
Dati gli effetti inebrianti conferiti dalla sua gradazione alcolica ed ai benefici sul corpo e sull’anima dei suoi consumatori, la birra viene considerata come strumento per l’immortalità, tanto che all’interno di alcune tombe dell’epoca egizia sono state ritrovate piccole riproduzioni di birrifici in miniatura che garantivano al defunto la vita eterna.
In questa epoca le tecniche di produzione della birra si affinano e nasce la figura professionale del mastro birraio: numerose sono le testimonianze artistiche che ritraggono gli antichi egizi alle prese con la produzione di birra.
L’arrivo in Europa
Tra i popoli barbari, i Germani e i Celti erano i più assidui consumatori di birra. I Celti si erano stanziati principalmente in Gallia e in Britannia, ma la loro civiltà, si sviluppò principalmente in Irlanda. Infatti, la nascita del popolo irlandese è dovuta, secondo una leggenda, ai Fomoriani, creature mostruose dal becco aguzzo e dalle gambe umanoidi, che traevano potenza e immortalità grazie al segreto della fabbricazione della birra.
Il “boom” del Medioevo
La birra divenne protagonista nel Medioevo soprattutto grazie ai monasteri, che operarono un notevole salto di qualità nella produzione della bevanda, introducendo nuovi ingredienti, tra i quali il luppolo. Prima della sua diffusione, infatti, le birre venivano aromatizzate con erbe, spezie, bacche e cortecce d’albero. L’infiorescenza del luppolo presenta delle ghiandole che producono una resina gialla dal caratteristico sapore amaro e aromatico, che svolge anche una azione antisettica e conservante nella birra.
Nel Medioevo, con lo sviluppo delle coltivazioni e l’ampliamento delle proprietà terriere, la birra subì una rapida espansione e diventa la bevanda principale dell’epoca. La produzione si concentrava soprattutto nei monasteri grazie ai monaci religiosi, che nelle regioni germaniche ne fecero una vera e propria arte sacra tramandata fino ai giorni d’oggi. La più antica “birreria” monastica è infatti quella della abbazia di Weihehstephan, nei pressi di Monaco di Baviera, istituita nel 724 d.C. Nel 1516 in Baviera venne promulgato il celebre Reinheitsgebot, l’editto sulla purezza. Per legge venne stabilito che la birra poteva essere prodotta solamente con malto d’orzo, acqua e luppolo, bandendo qualsiasi altro ingrediente: tale legge è tuttora in vigore in Germania.
In Gran Bretagna, invece, la birra veniva chiamata “ale” ed era tipicamente prodotta dalle massaie inglesi e messa a disposizione delle feste di paese, dove veniva venduta a scopo di beneficenza per la manutenzione di chiese e conventi. In Inghilterra la birra diventò bevanda nazionale in quanto l’acqua usata per la sua produzione veniva bollita e sterilizzata, rappresentando quindi una garanzia in un periodo in cui l’acqua era spesso infetta.
Nei tre secoli dopo la scoperta dell’America, in tutta l’Europa andarono sviluppandosi numerosi stili di produzione, tutti basati sull’alta fermentazione, unico sistema di produzione allora conosciuto. Solo verso la metà del 1800 furono eseguiti studi specifici sul lievito che portarono alla produzione di birre a bassa fermentazione, che oggi sono di gran lunga le più diffuse e consumate al mondo.